Ascoli Piceno, 10 giugno 2021 – Una collezione d’arte privata è la fondazione di un sistema simbolico, la creazione di una palestra per l’anima, un luogo dove si materializzano scelte intime, meditate e, talvolta, sofferte. Sovente si dimentica che la sua più alta vocazione sia quella di accogliere il pubblico, di offrirsi agli sguardi, di raccontare la propria storia.
Questo accade ad Ascoli Piceno, presso il Palazzo Dei Capitani, dentro un emozionante percorso lungo quattro secoli che, dalla seconda metà del Quattrocento, radunerà le principali opere della celebre collezione. All’interno della mostra si respirerà l’atmosfera intima propria di una collezione privata, frutto dell’appassionata caccia amorosa di Vittorio Sgarbi, svolta in tandem con la madre Rina Cavallini, la quale ha acquistato le opere in numerose aste in ogni angolo del mondo. Il suo “miglior uomo”, ricordata dal critico con queste parole: «si fece prolungamento del mio pensiero e della mia vita. Io indicavo il nome di un artista, il luogo, la casa d’aste. E lei puntuale prendeva la mira e colpiva».
« […] nasce l’idea di una grande collezione che si farà Fondazione, per legare il mio nome e quello di mia madre non a un sogno, o alle carte di uno scrittore e di un critico d’arte, che affida i suoi pensieri e le sue parole a un saggio, a un libro, ma al corpo fisico delle opere, perché sorridano dalle pareti così come fu, e ancora sarà, nella casa di Ro, vicino al fiume che scorre lento e tranquillo come è stata la vita di mio padre che, ai suoi trent’anni, nel 1951, lo ha visto rabbioso e furente per poi placarsi ed essere contenuto da possenti argini, come è stato poi durante tutta la mia vita. È irruente, continua, ininterrotta, con allarmi, rari nei decenni, quando si alza e minaccia di straripare, la potenza pura e grandiosa che esprime il Po. Lo ha seguito, fino al Delta, l’occhio prodigioso divmia sorella che ha ripercorso, per il cinema, le strade di mio padre e di mio zio, pescatori nelle lunghe domeniche d’estate». Vittorio Sgarbi
«Mia madre, complice mio fratello prima, me stessa poi, ha reso la casa di Ro Ferrarese – paese remoto sotto l’argine del Po – il centro di un mondo complesso e variegato, via vai di una teoria di personalità che ha segnato la cultura italiana e non solo dagli anni settanta sino ai giorni nostri. E questi quarant’anni di collezionismo vorace, rappresentati in queste ottanta opere in mostra, sono l’anima della nostra casa di Ro, anima che varca le mura fisiche della casa, per tornare alla sua vera casa che è il mondo». Elisabetta Sgarbi
Questo prestigioso progetto è stato possibile grazie al sostegno della Fondazione Carisap.
«Siamo lieti di collaborare con la Fondazione Cavallini Sgarbi e di poter donare una mostra straordinaria, un evento unico alla nostra comunità che la Fondazione Carisap sempre stima, incoraggia e sostiene nel suo operare. L’augurio è che la mostra sia, per il nostro territorio, anche un simbolo di ripartenza e di rinnovata fiducia verso la realtà». (Angelo Davide Galeati, Presidente Fondazione Carisap).
L’iniziativa gode inoltre del contributo di Regione Marche e del Comune di Ascoli Piceno, oltre che di Bim Tronto e della Camera di Commercio delle Marche
Parla Luigi Contisciani Presidente del BIM Tronto: «Se l’arte, in ogni sua manifestazione, rimane la più alta espressione umana di libertà e, specialmente di questi tempi così difficili, è risorsa imprescindibile per l’educazione e la crescita di ogni cittadino, è compito dell’ente che presiedo, il Bacino Imbrifero Montano del fiume Tronto, preservarla e valorizzarla con ogni strumento a disposizione. La mostra della Collezione Cavallini Sgarbi è una preziosa occasione umana e culturale per il Piceno e le Marche intere e confido che questo territorio sia capace di coglierla ed esserne all’altezza».
La mostra – realizzata in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, la Fondazione Elisabetta Sgarbi e l’Associazione Culturalmente Insieme – è prodotta da Contemplazioni, la quale ne segue la direzione artistica.
Approderanno presso le stanze del Palazzo dei Capitani numerose opere, tra dipinti e sculture, dal XV al XIX secolo: una antologia che intende illustrare l’identità di una collezione idealmente senza confini, aperta a molte curiosità coincidenti con temi di studio sperimentati e altri del tutto nuovi. In mostra vediamo esposte le terrecotte di Matteo Civitali e Agostino de Fundulis, e una straordinaria raccolta di preziosi dipinti, perlopiù su tavola, eseguiti tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento: ai pittori nati o attivi a Ferrara – Boccaccio Boccaccino, Francesco Zaganelli, Giovanni Battista Benvenuti detto l’Ortolano, Nicolò Pisano, Benvenuto Tisi detto il Garofalo – si affiancano autori rari come Liberale da Verona, Jacopo da Valenza, Antonio da Crevalcore, Giovanni Agostino da Lodi, Johannes Hispanus, Bartolomeo di David, Lambert Sustris. Il focus sulla “scuola ferrarese” prosegue agli inizi del XVII secolo con i dipinti di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Giuseppe Caletti e Carlo Bononi. Contestualmente si potranno ammirare riconosciuti capolavori della pittura italiana del Seicento, tra i quali conviene citare almeno la Maddalena scortata dagli angeli di Pier Francesco Mazzucchelli detto Morazzone, l’Allegoria del tempo (La vita umana) di Guido Cagnacci, il San Girolamo di Jusepe Ribera, e il Ritratto di Francesco Righetti di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Quest’ultimo dipinto – “rientrato a casa” nel 2004 dopo essere stato esposto per anni al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas – si pone al vertice di una straordinaria galleria di ritratti che compendia lo sviluppo del genere dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, tra pittura e scultura, da Lorenzo Lotto a Francesco Hayez, con specialisti quali Bartolomeo Passerotti, Nicolas Régnier, Philippe de Champaigne, Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, Enrico Merengo, Ferdinand Voet.. Altrettanto avvincente è il percorso tra dipinti “da stanza” di tema sacro, allegorico e mitologico del Sei e del Settecento: una selezione di sorprendente varietà, e di alta qualità, che riflette gli interessi sconfinati e la frenesia di ricerca del collezionista, con maestri della scuola veneta (Marcantonio Bassetti, Antonio e Bartolomeo Vivarini, Johann Carl Loth, Sebastiano Mazzoni, Giovanni Antonio Fumiani), emiliana (Simone Cantarini, Matteo Loves, Pietro Faccini, Marcantonio Franceschini, Ignaz Stern detto Ignazio Stella), romana (Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino, Gian Domenico Cerrini, Angelo Caroselli, Pseudo Caroselli, Giusto Fiammingo, Alessandro Turchi detto l’Orbetto, Antonio Cavallucci), toscana (Giacinto Gimignani, Livio Mehus, Francesco Conti, Leonardo Grazia detto Leonardo da Pistoia, Alessandro Rosi, Pietro Paolini) e marchigiana ( Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, Giovanni Francesco Guerrieri). Chiude il percorso, con un salto temporale che arriva fino al nostro secolo, un pittore del Novecento che per molti versi dialoga con gli antichi: Giorgio Morandi la cui opera racchiude il mondo, sebbene trascorse un’esistenza in una sorta di reclusione domestica.
«Vittorio Sgarbi è un testimonial delle bellezze di Ascoli che sempre esalta appena se ne offre l’occasione, appoggiando presso le sedi istituzionali le iniziative culturali della città e del territorio. È in questo quadro che si iscrive la scelta di eleggere la città delle Cento Torri quale sede per una lunga esposizione delle opere appartenenti alla Fondazione Cavallini Sgarbi, che riunisce nel nome dello storico dell’arte e della madre Rina Cavallini i frutti delle loro appassionate ricerche nel mercato antiquario internazionale. Grazie alla loro complicità, infatti, hanno dato vita a una straordinaria raccolta, spesso riportando nel nostro paese quanto era andato disperso». Marco Fioravanti Sindaco del Comune di Ascoli Piceno
Un ringraziamento va a Intesa Sanpaolo, Graziano Ricami, Adriatica Pubblicità, il Corriere Adriatico e Il Resto del Carlino.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Costo biglietti: intero 10 €, ridotto 8 € (under 18, over 65, studenti universitari), scuole 5 €. Per tutte le informazioni: biglietteria@contemplazioni.it – 380 3784163
Guercino, Ritratto del legale Francesco Righetti.
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